L’artroscopia dell’anca analogamente a quanto concerne la stessa pratica su ginocchio e spalla, consente di osservare e intervenire sull’articolazione senza dover accedere a cielo aperto. Utilizzata inizialmente a scopo diagnostico, negli ultimi anni si è affermata anche come soluzione al trattamento vero e proprio della patologia.
Per poter intervenire sono sufficienti delle piccole incisioni atte a far passare gli strumenti come la telecamera ed un piccolo strumento adatto a rimuovere o aspirare i frammenti da trattare. L’artroscopia dell’anca si utilizza per il trattamento del morbo di Perthes (una malattia degenerativa della testa del femore), in caso di impingement femoro-acetabolare (conflitto anomalo tra testa femorale e acetabolo), per la cura della displasia dell’anca (sviluppo anomalo dell’articolazione), osteotomie del collo femorale o dell’acetabolo, per risolvere problemi come rimozione di cisti o corpi estranei.
Occorre tener presente che l’artroscopia dell’anca non è risolutiva quando il paziente presenta uno stato di artrosi avanzata, Cioè quando le superfici articolari sono ormai compromesse. In questo caso l’unico intervento risolutivo resta la protesi d’anca.

Dr Luca Garro
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